Varcare quella soglia era come entrare in un’altra dimensione. Fuori restavano i rumori scomposti dei locali, dei bar, della folla, dentro si veniva avvolti da un’atmosfera ovattata ed elegante, dalla luce calda e dalla musica classica.
Abbiamo cominciato a frequentare quel posto quando ancora era una galleria d’arte. Nino ci aveva accolto con la sua consueta cortesia e aveva cominciato a raccontarci la storia e le storie di quest’isola che, forse un po’ grazie ai suoi racconti, divenne definitivamente anche la nostra. L’associazione venne dopo, quando Nino ci contagiò col suo entusiasmo e condividemmo con lui il desiderio di trovare un modo per approfondire le conoscenze, fare nuove ricerche, risolvere nuove curiosità e, soprattutto, diffondere la storia e permettere a tutti di godere della ricchezza culturale dell’isola.
L’avventura è cominciata 10 anni fa e ancora continua anche se Nino, che era l’anima e il cuore dell’associazione, da qualche mese non c’è più. Neanche per un momento i soci dell’archivio hanno pensato di chiudere. Sarebbe come vanificare un lavoro che ha richiesto tanto impegno, a volte fatica, ma soprattutto tanta dedizione e passione. Quello che in una parola può definirsi Amore. Negli anni l’Archivio Storico Lampedusa ha fatto tante cose: ha curato pubblicazioni su aspetti della storia delle Pelagie, ha finanziato studi da parte di specialisti di vari campi, ha fatto opera di divulgazione facendo conoscere gli aspetti meno ovvi dell’isola tramite le passeggiate guidate a turisti e appassionati di questo territorio, curando la formazione di studenti della scuola di Lampedusa ma anche di altre scuole, appassionando al “fascino dei tempi passati” – per usare un’espressione cara a Nino – anche gli stessi lampedusani. Ha fatto sì che si potesse riscoprire il sano orgoglio delle proprie radici che vuol dire conoscere per amare e amare per custodire.
Nino ha sempre accolto e parlato con tutti coloro che avevano domande, curiosità, desiderio di capire: la sede dell’associazione era sempre meta di giornalisti, antropologi, naturalisti e studiosi di ogni genere.
Nino era anche “papà Nino”, come lo chiamavano tutte le persone migranti che si sono fermate da lui per chiacchierare o per imparare l’italiano. Nino faceva sentire quelle persone accolte e rispettate con gesti semplici ma non scontati: ogni sera proiettava, con la sua mitica televisione rivolta verso la strada, filmati e video dei loro paesi di origine, metteva a disposizione il WiFi per permettere loro di collegarsi con le famiglie lontane.
Non era solo un intellettuale che amava il passato, era uno che comprendeva i tempi in cui viviamo e sapeva che la storia va anche costruita con umanità e sensibilità verso le storie di ciascuno.
Un’attività continua con un’unica motivazione, l’amore per l’isola, e un unico interesse, quello di proteggerla e valorizzarla.
Tutti noi soci dell’Archivio siamo oggi addolorati e disorientati per la perdita di colui che era il fulcro dell’associazione e, soprattutto un grande amico, ma determinati a proseguire, forti della vicinanza manifestata da coloro che, anche al di fuori dell’associazione, hanno testimoniato dispiacere e partecipazione per la scomparsa del suo Presidente.
Speriamo di poterci contare ancora su questo sostegno, nel ricordo e in onore di Nino.
Articolo di Anna Sardone e Fabio Giovanetti
Foto di Maria Zullo e Nicelocal.it
Tratto da l’IsolaBella Periodico Anno XIV – Estate 2023
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