L’antica moneta di Lampedusa

Tra gli indizi più interessanti che ci permettono di comprendere quale fosse nell’antichità l’importante ruolo di Lampedusa c’è sicuramente il fatto che l'isola nell’antichità aveva una sua zecca che coniava monete.

Che una piccola isola, sperduta al centro del Mediterraneo, coniasse nell’antichità una sua moneta è sicuramente un fatto curioso e affascinante. La storia di un luogo la si ricostruisce attraverso la ricerca bibliografica, gli scavi archeologici, i resti di antichi edifici o il ritrovamento di qualche antico manufatto. Per Lampedusa tutto questo non è stato sempre possibile perché frequenti devastazioni, il riutilizzo dei materiali di costruzione, la mancanza di campagne di scavi archeologici e, non ultimo, la scarsa sensibilità per la salvaguardia del patrimonio storico-archeologico, hanno cancellato importanti testimonianze del passato dell’isola. Restano però alcuni indizi che ci permettono di comprendere quale fosse nell’antichità l’importante ruolo di questo piccolo territorio. Ad esempio, i resti di capanne dell’età del bronzo e interessanti incisioni rupestri, testimoniano che l’isola fu abitata fin dalla preistoria. Il ritrovamento di una statua marmorea di una dea e la scoperta di un vasto abitato romano provano la presenza di una florida colonia in età imperiale. Ma tra gli indizi più interessanti c’è sicuramente il fatto che Lampedusa nell’antichità aveva una sua zecca che coniava monete. All’epoca erano le grandi città che battevano moneta o anche centri di particolare importanza commerciale e strategica; sicuramente Lampedusa era tra questi. Per la sua particolare posizione geografica, a metà strada tra l’Africa e la Sicilia, l’isola era al centro di rotte commerciali e militari e costituiva un approdo sicuro per Fenici, Greci e Romani. L’attività di pesca, la lavorazione e la commercializzazione del pescato giustificavano la creazione di una zecca locale.

La scarsa conoscenza della storia antica dell’isola, legata strettamente all’attività di pesca e al suo ruolo strategico, indusse i Borboni, nella seconda metà del 1800 a realizzare a Lampedusa una colonia agricola che ebbe però scarsi risultati per le inadatte condizioni climatiche e per la mancanza d’acqua. Solo successivamente si capì che lo sviluppo dell’isola non poteva che essere legato al mare, alla pesca e più recentemente al turismo. Come pure la sua posizione strategica, già punto di appoggio delle flotte romane nelle Guerre Puniche, ne fece un avamposto militare durante la Seconda Guerra Mondiale; negli anni ’70 fu sede di una base LORAN e ancora oggi la presenza di ingenti forze militari e numerose istallazioni di radar testimoniano la sua importante funzione militare.

Ritornando alla moneta, questa veniva coniata in bronzo, aveva un diametro di circa due centimetri e riportava su di un lato una testa barbuta cinta di alloro, probabilmente Zeus e sull’altro un pesce, quasi sicuramente un tonno con la scritta in greco “Lopadoussaion” che significa “di Lopadusa”. La raffigurazione del tonno indica come fosse la pesca la principale attività dell’isola; ipotesi avvalorata anche dal ritrovamento di resti di antiche vasche per la lavorazione del garum, un prelibato condimento a base di pesce molto diffuso nell’Impero Romano. Anche nel vasto abitato di epoca imperiale, rinvenuto a nord di via Roma, sono stati trovati numerosi ami e attrezzi per la pesca.

Dell’esistenza di questa moneta parlano diversi numismatici fin dal 1500 e alcuni ne riportano approssimativi disegni. Una approfondita ricerca sul conio di Lampedusa è stata presentata nel corso del XIII Congresso Internazionale di Numismatica, tenutosi a Madrid nel 2003, dal numismatico svizzero Fabrizio Rossini che ha potuto esaminare alcuni esemplari custoditi in collezioni private. Rossini intitola il suo studio “Lopadusa: en elusive mint” (una zecca misteriosa) e ritiene che la monetazione a Lampedusa risalga al IV secolo a.C.; altri invece sostengono che venisse coniata tra il III e il II secolo a.C. al tempo del definitivo predominio dei Romani sul Mediterraneo, dopo la seconda guerra punica contro Cartagine.

L’antica moneta di Lampedusa
L’antica moneta di Lampedusa

Alcuni esemplari sono stati trovati sull’isola mentre altri, rinvenuti in Sicilia, provano la circolazione della moneta in un ambito più vasto e attestano un periodo di particolare prosperità economica, di floridi commerci e scambi tra le popolazioni che si affacciavano sul Mediterraneo. Ma la moneta era anche un modo per rimarcare l’identità dell’isola, la sua autonomia politica, il suo ruolo di crocevia di rotte commerciali, militari e culturali. Ecco come, attraverso una piccola moneta, è stato possibile tramandare ai posteri un pezzo importante della storia dell’isola, il suo antico nome, Lopadusa, il suo ruolo commerciale, strategico e politico. Spetta ai lampedusani, oggi, raccogliere queste testimonianze e continuare ad essere protagonisti della loro rinascita culturale e sociale.

L’antica moneta di Lampedusa
L’antica moneta di Lampedusa

Articolo di Nino Taranto
Foto di Archivio Storico Lampedusa
Tratto da l’IsolaBella Periodico – Anno XI – Inverno 2020

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